Perché tutti sono così preoccupati dello Spread?
Per capirlo dovremmo avere delle piccole nozioni basilari di economia su interessi, prestiti e debiti.
Quando un individuo, una banca o qualsiasi finanziaria presta dei soldi, o anche semplicemente dei titoli, a qualcuno, tra le parti, oltre alla restituzione per intero del prestato, si concordano i tempi ed un aggiunta di valore, questa quota viene appunto chiamata interesse.
Un esempio sono i prestiti bancari: una banca che presta 10.000 euro ad un utente, stabilendo un tasso di interesse del 10%, al momento della restituzione, si vedrà riconoscere dal debitore la somma dei 10.000 euro prestati più altri 1.000 euro per gli interessi pattuiti.
Alla domanda del perché si prestano soldi, si è leciti rispondere: per investirli, cosa che ognuno poi intende in base allo scopo della sua attività.
Ad esempio, le banche prestano il denaro che viene depositato da alcuni loro clienti, magari privati, a clienti aziendali o imprenditori, ma anche privati stessi, come credito al consumo, per poterne ricavarne un profitto per se e riconoscere un guadagno al cliente risparmiatore (la cui somma da appunto gli interessi).
Il valore del tasso d'interesse varia, solitamente, a seconda del rischio dell'investimento, tant'è che in taluni casi, in assenza di dovute garanzie, se l'azienda che prende il finanziamento fallisce, si rischia di perdere il risarcimento.
Tutto questo non avviene solo con imprese e persone fisiche, ma anche tra i vari Stati del mondo ed i cosiddetti fondi di investimento, proprio per poter finanziare le attività interne del proprio Paese.
Anche il nostro Stato Italiano emette, periodicamente, delle azioni, chiamate obbligazioni o titoli di Stato, con cui, tramite la collocazione sui mercati, prende in prestito somme di denaro da banche e cittadini, promettendo che, al termine di un certo periodo di tempo, verrà restituito la sorta capitale con un interesse.
Proprio perché, solitamente, questi Titoli di Stato rappresentano un buon investimento, in quanto sicuri e con un buon profitto, vengono favoriti dagli stessi cittadini come forma di investimento per marginare degli interessi sui propri risparmi.
Lo Spread, però, è legato alle crisi ... cosa che negli anni scorsi ha portato parecchie Nazioni in una situazione soccombente per la restituzione del proprio debito e, di conseguenza, anche molti piccoli investitori ne sono rimasti colpiti.
Anche la nostra Italia è in un periodo di crisi, dovuto per lo più alla mancanza di investimenti strutturali che hanno determinato uno stallo anche negli investimenti privati, ed è tenuta d'occhio dagli altri stati membri d'Europa, con la paura che potesse precipitare.
C'è da dire, però, che in particolare si prende come riferimento un'economia forte, nel nostro caso quella tedesca, ed ecco che entra in gioco lo Spread!
La parola Spread, indica un differenziale e rappresenta, appunto, la differenza tra il rendimento dei Titoli Stato Italiani e quelli tedeschi, chiamati Bund.
In sostanza, quindi, lo spread è un indicatore di rischio che valuta la presunta capacità di uno Stato di restituire i prestiti, e quindi viene preso in considerazione per valutare la sua forza economica, pur sapendo che questo indice è basato solo sulle mobilitazioni finanziarie dello Stato e non della economia indotta che genera, e può generare, il mercato imprenditoriale e commerciale dello stesso.
Perché se lo spread si alza è considerato negativo?
Appunto perché viene considerata la differenza tra la stabilità economica della Germania e quella precaria della nostra Italia, ritenendo che possa diventare ancora più instabile.
Secondo tutto questo ragionamento, se uno Stato è indebitato e non produce abbastanza ricchezza, viene ritenuto inaffidabile in quanto potrebbe non poter restituire i soldi investiti e questa condizione pone lo Stato a dover promettere tassi d'interesse più alti affinché invogli a comprare i suoi Titoli.
Ragionamento, a mio parere, poco felice perché non tiene conto, come ho detto sopra, delle condizioni e della capacità economica di tutto il tessuto imprenditoriale e commerciale che si può generare con opportuni investimenti, che però necessitano di un Governo che abbia una chiara visione del Paese ed una prontezza di quali sono le ricchezze e capacità del suo Territorio.
Possiamo affermare, dunque, che seppur in presenza di uno spread alto, gli investitori e/o compratori dei Titoli di Stato, dovrebbero valutare con più attenzione lo scenario, ampliando anche il ventaglio degli indici di riferimento.